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Francia, sicurezza sotto accusa: il secondo killer era schedato dal 29 giugno. Sarkozy e Valéry Giscard d'Estaing



Francia, sicurezza sotto accusa: il secondo killer era schedato dal 29 giugno
Gli ex presidenti francesi Nicolas Sarkozy e Valéry Giscard d'Estaing durante la messa a Notre-Dame in memoria di padre Jacques Hamel ucciso dai terroristi nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray (lapresse)
La carta di identità di Abdel Malik Petitjean, 19 anni, era a casa del 
complice Kermiche. Non aveva condanne a suo carico ma i servizi
 avevano aperto un file su di lui. Era a rischio di "passare all'azione" 
e aveva tentato di andare due volte in Siria nel 2015


PARIGI - Si era radicalizzato e i servizi francesi lo sapevano, l'avevano fermato e schedato poco meno di un mese fa, il 29 giugno: anche per lui un file e la lettera 'S', quella dei radicalizzati a rischio di passare all'azione.

Il 19enne Nabil Abdel Malik Petitjean, formalmente identificato, è uno dei dueattentatori della chiesa di Saint-Etienne-de-Rouvay, il complice di Adel KermicheMa al contrario di quest'ultimo, non aveva condanne a suo carico. Era conosciuto dalla polizia per aver tentato di andare per due volte in Siria nel 2015 passando per la Turchia. Ci sono circa 10.500 persone radicalizzate o a rischio di esserlo in Francia, ha fatto sapere il governo.

Secondo l'emittente BfmTv pochi giorni prima dell'attentato, l'unità di coordinamento della lotta antiterrorista (Uclat) aveva diffuso il 22 luglio una nota nella quale affermava di aver ricevuto, da un servizio straniero, un'informazione su un individuo "che sarebbe pronto a partecipare a un attentato sul territorio nazionale", la segnalazione non aveva un nome, ma la foto di Abdel Malik Petitjean.

Della coppia, Adel Kermiche, anche lui francese di 19 anni, si trovava invece agli arresti domiciliari e al momento dell'attentato in chiesa aveva un braccialetto elettronico, era stato rilasciato a marzo. Di lui si sa anche che soffriva di disturbi psichici fin dall'infanzia, che era stato costantemente seguito da psicologi fin dall'età di 6 anni e che a 12 anni era stato espulso da scuola per "disturbi comportamentali": nella scheda la definizione, "soggetto iper-attivo".

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Insieme i due martedì hanno assaltato la chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, sgozzato l'anziano parroco, l'86enne padre Jacques Hamel, e ridotto una seconda persona in fin di vita.

L'identificazione formale del secondo terrorista è stata resa nota da una fonte giudiziaria. È stato identificato grazie alla comparazione del Dna tra lui e sua madre: "Dopo il confronto con il Dna - ha detto la fonte - è emerso che il secondo terrorista è Abdel Malik Petitjean, nato il 14 novembre 1996 a Saint-Diè-des-Vosges", in Lorena. La sua carta di identità è stata ritrovata nella casa di Kermiche, lui originario di Mont-Saint-Aignan.

Diverse perquisizioni sono state condotte nelle abitazioni del suo ambiente familiare, in particolare presso la madre ad Aix-Les-Bains (in Savoia) e presso un parente a Montlucon (nell'Allier), due città dove aveva vissuto con la famiglia. Tre suoi familiari sono in stato di fermo. Questi fermi, precisa la fonte, sono cominciati ieri e "dovrebbero permettere di raccogliere elementi sul profilo dell'assassino. Niente al momento dice che queste persone abbiamo qualcosa a che vedere con l'attentato".

Ieri sera, lo Stato islamico ha diffuso un video nel quale mostra i due giovani mentre giurano fedeltà all'Is ma Repubblica ha scelto di non pubblicare queste immagini per non dare visibilità alla propaganda dei terroristi.

Oggi anche l'Iran ha condannato l'omicidio del prete, facendo un paragone con la decapitazione di un bambino in Siria da parte dei ribelli fondamentalisti islamici a metà luglio. Lo ha riportato l'agenzia di stampa ufficiale Irna. "Tali azioni selvagge e abominevoli sono riprovevoli, indipendentemente da dove avvengano", ha dichiarato Bahram Ghassemi, portavoce del ministero degli affari Esteri. "Noi condividiamo la tristezza di tutti (...) Di fronte a queste azioni disumane, brutali e detestabili...". L'Iran sostiene politicamente e militarmente il regime del presidente Assad e considera "terroristi" tutti i gruppi ribelli siriani.

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